Orange Fiber: un esempio di economia circolare agricola.
In passato l’unico modello di produzione conosciuto era quello di tipo lineare ed estrattivo: produco e vendo.
estrazione materia prima - produzione - consumo del prodotto.
Non veniva minimamente considerata la parte di rifiuto, sia quello generato dalle aziende che diventano subito scarto, sia la fine vita del prodotto e le discariche di rifiuti, a cielo aperto, sono diventate la normalità.
La stessa crescita aziendale è sempre stata considerata coma una crescita esponenziale a cui aspirare, a discapito di costi ambientali e sociali.
Ad oggi non solo abbiamo individuati diversi modelli economici da attuare ma sono indispensabili per raggiungere e mantenere una crescita, uno sviluppo, sostenibile.
Oggi conoscere la differenza tra economia lineare e circolare è fondamentale soprattutto per chi desidera avviare una nuova attività produttiva oppure utilizzarne una già avviata.
Se nell’economia lineare la produzione di un prodotto produrrà un rifiuto o uno scarto che quasi certamente non verrà riutilizzato in alcun modo, nell’economia circolare si cerca di eliminare lo scarto a favore di una maggiore ecosostenibilità del processo produttivo e addirittura è lo stesso scarto che diventa risorsa e quindi materia prima.
Ma perchè parlare di cibo ed economia circolare?
Se si pensa a modelli produttivi si pensa a materiali recuperati e trasformati con innovazione e tecnologia in nuovi prodotti pensati per durare nel tempo, giusto?
Si certo.
Ma pensate che, ad oggi, l’attuale modello di produzione di cibo spreca 1/3 del cibo mondiale prodotto con 800 milioni di persone che soffrono la fame.
Il sistema agricolo ha causato negli ultimi 50 anni degrado ambientale, perdita di suolo fertile e biodiversità, problemi di siccitá, fenomeni di land grabbing e ripercussioni a livello sociale alimentando ingiustizie sociali, caporalato e sfruttamento dei lavoratori.
Se vogliamo sfamare le 9 miliardi di persone previste entro il 2050, dobbiamo rivedere l’intero food system e lo sue filiere agroalimentari.
Cosa possono fare le aziende agricole che hanno dello scarto di produzione?
Ottimizzarlo e ripensarlo in chiave diversa. Una nuova risorsa che produce benefici per la comunità ed è anche profittevole a livello economico.
Oggi si chiamerebbe scenario win - win.
CASE STUDY DI CIRCULAR ECONOMY FOR FOOD: ORANGE FIBER
ORANGE FIBER - la fibra che nasce a partire dagli scarti delle arance.
Nasce nel 2014 a Catania, Orange fiber, come start up che ha brevettato una fibra a partire dai sottoprodotti degli agrumi.
In Italia ogni anno vengono prodotte otre 700.000 tonnellate di sottoprodotto agrumicolo.
Orange Fiber preleva tutto ciò che resta dopo la produzione di succo - che altrimenti dovrebbe essere smaltita - con costi economici ed ambientali annessi - e attraverso una filiera tracciata e trasparente, li trasforma in fibra per i brand e per i designer che hanno a cuore la sostenibilità.
La tecnologia utilizzata si basa sull’estrazione finale di una cellulosa atta alla filatura, dal filato si ottiene poi il nuovo tessuto che diventa abito.
In questo caso si ottiene un nuovo prodotto, una nuova filiera e quindi nuovi posti di lavoro partendo da un sottoprodotto agricolo che sarebbe diventato scarto.
Ecco pechè l’agricoltura rappresenta un ruolo centrale nel processo di bioeconomia circolare.